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HISTORIA DEL DERECHO E HISTORIOGRAFÍA JURÍDICA CONTEMPORÁNEA EN FRANCIA, ITALIA Y ALEMANIA

María Encarnación Gómez Rojo



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[Nº 172] Carta de Gian Savino Pene Vidari, catedrático de Historia del Derecho Italiano de la Universidad de Turín y Director de la “Rivista di storia del diritto italiano”, a Manuel J. Peláez

Turín, 9 de marzo de 1988

Caro professore,

Le unisco due articoli pubblicati in passato sulla riforma della Facoltà di Giurisprudenza. Si tratta di due prese di posizione di un certo rilievo da parte degli storici del diritto, che hanno costituito la base di tutta una serie di discussioni, al termine delle quali in pratica ogni progetto pare oggi accantonato... e si va avanti come prima . L’articolo di Padoa Schioppa (storico del diritto italiano) rappresenta lo schema sul quale si è basata la Commissione ministeriale per il suo progetto ed era la conseguenza dei lavori di un gruppo di Presidi di Facoltà.

Lo schema ministeriale, che avevo, ma che ora non trovo più (devo averlo gettato via, poiché ormai non più attuale: lo cercherò presso qualche amico e glielo spedirò), ha suscitato molte perplessità: alla fine è stato accantonato, anche perché è cambiato il ministro e tutto si è afflosciato. Tra queste reazioni, una di rilievo è stata quella di Gallo (storico del diritto romano), che le unisco: è stata una certa reazione di coloro (romanisti compresi) che condannavano il progetto perché troppo legato a fare studiare il diritto esistente più che la “tecnica” e la giurisprudenza come tale. La presa di posizione di Gallo ha costituito una delle basi attraverso cui i contrari al progetto ministeriale lo hanno scardinato.

Il progetto voleva portare gli anni di studio a 5 (ora sono 4) e nel complesso favoriva la storia del diritto italiano e il diritto comparato a danno dello studio del diritto romano, che resta in Italia tuttora molto forte; inoltre voleva accentuare lo studio del diritto vigente, contro materie culturali como quelle di storia o filosofia del diritto, considerate invece per lo più indispensabili per la formazione di un giurista che pensi (e che non applichi solo la legge).

Perciò i nostri attuali piani di studio non seguono ormai più lo schema del regolamento del 1938: ogni Facoltà ha adottato schemi suoi e quindi in ogni Università c’è un sistema diverso. Nella nostra, a Torino, ci sono 14 materie obbligatorie (fra cui almeno due storiche) e altre 12 a scelta dello studente secondo certi principi generali. Il sistema di Torino, adottato da circa 15 anni, è stato il modello a cui si è ispirato lo stesso Padoa Schioppa per Milano ed è stato seguito da parecchie altre Facoltà italiane. In complesso a mio giudizio il “peso” della storia giuridica in Italia è ancora piuttosto forte, anche se è troppo rilevante quello del diritto romano e troppo poco esteso il peso di quella parte del diritto che dal medioevo giunge alla metà del secolo scorso.

Le unirò altri articoli, che mi procurerò nei prossimi giorni; per ora voglio le giunga subito qualche cosa, che avevo con me.

Spero i contributi mio e di Soffietti per gli studi Valls Taberner siano giunti: sono stati spediti il 1 marzo. Apresto, col più cordiale saluto,

Gian Savino Pene Vidari (firmado y rubricado)

Archivo del Grupo de Investigación de Historia de las Instituciones Jurídicas, de los Sistemas Políticos y de las Organizaciones Sociales de la Europa Mediterránea, L-552/88.

[Nº 173] Carta de Gian Savino Pene Vidari, catedrático de Historia del Derecho Italiano de la Universidad de Turín, a Manuel J. Peláez

Turín, 15 de marzo de 1988

Caro profesore,

finalmente ho trovato ancora un collega che aveva conservato la ‘tabella’ e la relazione di Elia . Parecchi ormai (io compreso) la avevano cestinata, sicuri della sua ben difficile approvazione. Comunque, ecco quanto le interessa, anche se dubito possa avere un qualche risultato operativo in Italia.

Nel complesso le materie storiche non erano poi molto mal trattate, anche se aumentava il peso della storia del diritto intermedio e diminuiva quella del diritto romano, rispetto ad oggi.

Mi auguro che le prospettive spagnole non siano troppo negative, come mi pare di capire dalla sua lettera. Sono comunque a sua disposizione per eventuali altri chiarimenti. Per ora in Italia il vecchio ordinamento del 1938 non è quasi più applicato ed ogni Facoltà si sta regolando per suo conto.

Voglia gradire il più cordiale saluto,

Gian Savino Pene Vidari (firmado)

Archivo del Grupo de Investigación de Historia de las Instituciones Jurídicas, de los Sistemas Políticos y de las Organizaciones Sociales de la Europa Mediterránea, Sección General, Letra υ, Nº 345, Año 1988.

[Nº 174] Carta de Jean Gaudemet, catedrático de Historia del Derecho de la Universidad de Paris II, Panthéon-Assas, a Manuel J. Peláez

Paris, 16 de marzo de 1988

Mon cher Collègue,

J’apprends qu’une cérémonie sera organisée à Pamplona en l’honneur du professeur Orlandis. Je regrette de ne pouvoir y assister personnellement.

Mais je vous serai reconnaissant de bien vouloir être mon interpréte au près du professeur Orlandis pour lui transmettre mes félicitations et mes voeux.

Je n’oublie pas l’accueil qu’il a bien voulu me réserver autrefois à Pamplona et j’ai pour ses travaux une grande admiration. Son beau livre sur La Iglesia en la España visigótica et son étude sur les conciles wisigothiques dans la grande série de la Konziliengeschichte sont des œuvres fondamentales qui ont beaucoup fait progresser notre connaissance de l’Eglise dans la péninsule ibérique au début du Moyen Âge.

Veuillez lui dire le fidèle témoignage d’admiration d’un collègue français et croyez, mon cher Collègue, à l’assurance de mes sentiments cordialement dévoués.

J[ean] Gaudemet (firmado y rubricado)

Archivo del Grupo de Investigación de Historia de las Instituciones Jurídicas, de los Sistemas Políticos y de las Organizaciones Sociales de la Europa Mediterránea, L-549/88.


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